Tremonti « L’intesa con Pannella dipende solo da lui»
Da parte di Forza Italia «non vi è alcuna difficoltà, una volta compreso che un patto non significa una fusione»
ROMA — Non vorrebbe parlare, Giulio Tremonti, perché da settimane conduce le trattative più riservate. Un ruolo quasi da ideologo nel tessere la tela prima delle regionali del 2000, poi delle elezioni politiche del 2001. Ha condotto in porto l'accordo con la Lega di Bossi, ha stilato il documento per negoziare la grande intesa con la Lista Bonino.
Professore, l'approvazione della Par Condicio non riduce a fatica di Sisifo tutto suo lavoro?
«E' una legge pesantemente negativa. Ma non vi sarà handicap politico di palazzo in grado di arginare la nostra concretezza. Domani presentiamo a Verona le proposte di legge a firma Berlusconi, Bossi, Tremonti, Urbani sulla costruzione di strade e opere pubbliche, sul lavoro, le tasse e l'immigrazione. La par condicio ci impone una strategia diversa, ma è proprio sul territorio che misureremo la forza del messaggio».
In vista del 16 aprile circolano tanti dati. La forbice delle regioni in mano al Polo oscilla dalle magnifiche sette alle infime due. Come andrà?
«Noi abbiamo un obiettivo e due vincoli. Vogliamo andare al governo l'anno prossimo non per fare un governo-ordinario, banale bensì per sovvertire l'ancien regime, per realizzare davvero la rivoluzione federale e liberale. Poi abbiamo una legge elettorale che impone di sommarsi per strappare la maggioranza ed un evidente vincolo politico. Se vogliamo rovesciare lo statu quo non basta una maggioranza risicata di pochi seggi grazie al maggioritario, come è il caso della sinistra oggi. Ci vogliono grandi numeri nel paese, perciò occorrono grandi accordi e di altissimo profilo».
Giulio Tremonti, che ha condotto in porto l'accordo del Polo con la Lega di Bossi e stilato il documento per negoziare l'intesa con la Bonino
Cosa significherebbe per il Polo un risultato ridotto alle presidenze di Lombardia e Puglia?
«Tutto si gioca nella partita decisiva del 2001. Ma 'è specularmente vitale per D'Alema e per noi vincere le regionali».
A quando risale l'accordo con la Lega, al di là degli annunci pubblici?
«A Capodanno, e per quanto possa stupire ne ho ricavato l'idea che in Bossi sull' animale politico prevalga la carica ideale. Anche le sue contraddizioni sono quelle di chi cerca con ansia l'equilibrio fra il globale e :il locale, la politica del domani è questa».
Pasquino da sinistra e lei da destra lanciaste Io scorso anno la candidatura Bonino al Quirinale. E' pentito?
«In parte fui mosso dall'avversione a Scalfaro, ma non sono affatto pentino né di quella candidatura, ne di averla voluta a Bruxelles come commissario con tutto il governo Berlusconi del 1994, né di avere in questi giorni difeso i referendum sociali dinanzi alla Corte Costituzionale».
Faccia una previsione sull'intesa con Pannella.
«Dipende esclusivamente da lui. Da parte nostra non vi è alcuna difficoltà una volta compreso lo schema con il quale il Polo procede. Mi permetta un paragone con l'economia: il patto tra Forza Italia e An, i cattolici e i radicali non rappresentano una fusione e tanto meno una joint venture. Identità rigorosamente diverse, ma uomini e mezzi concentrati su un obiettivo ambizioso di programma di governo».
Cosa risponde alle obiezioni di Casini e Buttiglione circa i valori cattolici del Polo?
«Ribadisco che in gioco non vi sono né la forma dello Stato né la forma della Vita né altri temi di natura costituzionale o parlamentare, come è il caso tipico delle questioni di coscienza, morali o culturali. I patti di governo investono altro. Le tredici pagine che Pannella ha in mano riguardano la strategia dello sviluppo del paese, le libertà economiche e il federalismo nei suoi vari aspetti, dalla sussidiarietà all'istruzione. E' una posta politica così alta da comportare grandi numeri sia in Parlamento che nel Paese. Qui non si tratta di fare confusioni tra identità e valori irrinunciabilmente diversi, bensì di stringere un'alleanza per passare a una profonda, effettiva riforma economica, sociale e federale dell'Italia. Patti di governo forti e numeri forti per obiettivi forti».