Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Corriere della Sera

Tremonti: Immigrazione, D'Alema fa l'avvocato degli scafisti

L' onorevole azzurro: il nostro progetto piace a Le Pen? Non ha capito nulla.

Milano. Professor Tremonti la vostra proposta di legge sull' immigrazione piace soltanto a Le Pen... «Non è affatto vero - risponde Giulio Tremonti già ministro nel governo Berlusconi e tra i firmatari della legge sull' immigrazione presentata da Polo e Lega -, la Fondazione Agnelli ha predisposto un lavoro totalmente coerente con la nostra proposta. Quanto a quel fascista di Le Pen, posso soltanto dire che se avesse letto il nostro progetto sarebbe rimasto deluso perché l' avrebbe trovato più lassista della legge francese». Perché il lavoro della Fondazione Agnelli sarebbe totalmente coerente col vostro disegno di legge? «Nel loro lavoro si sostiene che è necessario incrociare la domanda con l' offerta. E che l' incrocio deve partire e ritornare al livello regionale. Il coordinamento nazionale, dice la Fondazione Agnelli, non lo deve avere il ministero dell' Interno, ma quello delle attività produttive. Noi, invece, riteniamo debba essere il ministero degli Esteri, attraverso il servizio consolare». Quindi la prima scrematura spetterà ai consolati che dovranno valutare i requisiti di chi vuole entrare in Italia sulla base delle richieste di lavoro... «Noi diciamo: a livello regionale famiglie e imprese formulano le domande, le Regioni le coordinano, il tutto poi confluisce al ministero degli Esteri che attraverso la rete degli uffici consolari fa i cosiddetti ruoli dell' immigrazione. Solo chi risulta iscritto nei ruoli dell' immigrazione ha diritto di entrare in Italia». Solo gli iscritti alle liste possono avere il codice fiscale. Che cosa significa? «Quello è un aspetto tecnico. E' evidente che chi entra in Italia lo faccia per lavorare e quindi necessiti del codice fiscale. Il nostro problema non è quello della quantità ma della legalità. Noi ribaltiamo i termini del problema. Per noi la normalità è la legalità e la anormalità la clandestinità: è una rivoluzione copernicana». Entrare clandestinamente diventa, per voi, un reato? «Solo al clandestino espulso per la terza volta potrà essere comminata una minima sanzione penale. Quindi nessuna criminalizzazione nei confronti dell' immigrazione». Se è come dice lei perché D' Alema parla di «follia»? «Semplice: siamo in campagna elettorale. Il centrosinistra sostiene che se l' Italia fosse governata dal Polo uscirebbe dall' Europa. Ebbene la loro è ignoranza totale. Prendano le leggi inglese, tedesca, francese e le confrontino con la nostra proposta. Scopriranno che è molto più generosa. Fuori dell' Europa ci porta la "Turco-Napolitano". Il resto è folclore. A mo' di esempio ricordo che la normativa inglese prevede la cauzione d' ingresso per il parente extracomunitario che fa visita a un familiare». Come mai la Cei invita i cattolici a respingere il vostro progetto? «Io credo che dentro la Chiesa ci siano opinioni e dottrine diverse». D' Alema vi accusa di volere usare le navi da guerra contro gli stranieri «Io non so se in D' Alema e in Bianco prevalgano l' ignoranza o la menzogna. E mi spiego. Tutte le norme di ingaggio contenute nella legge sono già in vigore perché parte del testo unico del 1990 per contrastare il traffico di droga. Noi le abbiamo estese al contrasto della tratta degli schiavi. Il nostro obiettivo sono gli scafisti non i disperati. Stupisce che il ministro dell' Interno ignori quell' insieme di norme. Quanto a D' Alema, a me sembra che agisca come l' avvocato d' ufficio degli scafisti».