Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Messaggero

Tremonti: fra sei mesi ci comporteremo come l'Ulivo

Professor Tremonti, la legge sul federalismo approvata ieri è un passo in avanti o un ostacolo da rimuovere?

Professor Tremonti, la legge sul federalismo approvata ieri è un passo in avanti o un ostacolo da rimuovere?
«E' una significativa modifica della costituzione, prodotto di un'operazione che però si sviluppa fuori dalla prassi costituzionale».
Perchè fuori?
«Non c'è dubbio che si introduce un precedente che consiste nel fare modifiche della costituzione a colpi di maggioranza. Mai nella storia e nella prassi costituzionale italiana ci sono state modifiche fatte in questo modo. E' una novità assoluta di cui occorre prendere atto».
Vuol dire che si instaura un precedente che tra qualche mese potrebbe venirvi utile?
«Eh sì, mi sembra evidente. Nessun emendamento dell'opposizione è stato accettato, quindi si esce fuori dallo schema bipartisan che hanno sempre caratterizzato le modifiche alla Costituzione. Costituisce un precedente che a questo punto si deve considerare corretto anche per le prossime legislature».
Però la Costituzione contempla l'approvazione sotto i due terzi, tanto che prevede il referendum confermativo
«La logica idei due terzi è quella del "non occorre l'unanimità", del "'non occorre il cento per cento.", ma certo andava fatto salvo lo spirito bipartigiano. La vera novità è proprio questa ed è un atto su cui occorre riflettere».
Come pensate di comportarvi al momento della seconda lettura?
«La nostra linea è chiara. Noi abbiamo un'idea fortemente negativa su tutto l'impianto che non corrisponde assolutamente alla nostra idea di federalismo».
Ovvero?
«La nostra proposta e i nostri emendamenti erano dentro lo spirito 'costituzionale, mentre questa legge è fuori dallo schema e va nel senso del centralismo. In questa legge si prevedono tre livelli di competenze: statali, concorrenti e regionali. Diciassette le prime, diciannove le seconde. Sulle concorrenti in particolare c'è una chiara concorrenza leonina da parte dello Stato a danno delle regioni».
Ma ci sono le competenze regionali?
«Credo abbiano difficoltà ad indicare una sola competenza regionale. Qui di federalismo non c'è niente, neppure la parola».
Ma se è così inutile perchè i presidenti di regione si sono battuti perchè la legge passasse?
«Tra i presidenti di regione ci sono quelli che voglio-no il centralismo e colore che non hanno consideralo a sufficienza il provvedimento e fanno il ragionamento "meglio l'uovo oggi che la gallina domani". Ma dimenticano che non si tratta di una legge finanziaria che si affina per approssimazioni successive. Stiamo parlando della costituzione. Sembra strano pen-are di avere due costituzio-i in tre anni: la vecchia, la nuova e quella dell'anno prossimo. E' solo un'opera-ione gattopardesca in cui tutto cambia perchè niente cambi. Sotto forma di federalismo hanno blindato il centralismo».
Qual è la vostra idea di federalismo?
«Noi pensiamo allo sviluppo della costituzione. Siamo convinti che la devoluzione non sia eversiva, ma che sia nello spirito della gloriosa costituzione del '48. Il vecchio testo costituzionale faceva un elenco delle competenze, ma non lo ha costruito come un numero chiuso tanto che prevedeva l'aggiunta di "altre materie indicate da leggi costituzionali". Noi pensavamo di aggiungere materie a quelle indicate».
Questa riforma blocca i referendum regionali sulla devolution?
«Vedremo, per ora questa è solo un tentata riforma».