Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Messaggero

Tremonti: «E' un taglio con il consociativismo. E si possono aprire nuovi scenari con i sindacati»

ROMA — La vittoria di Antonio D'Amato è «un fatto positivo. Rappresenta chiaramente una rottura di continuità con il passato, al di là della retorica sulla sconfitta dell'Ancien Regime che comunque conserva ancora un'enorme capacità di leverage economico-industriale e politico».

ROMA — La vittoria di Antonio D'Amato è «un fatto positivo. Rappresenta chiaramente una rottura di continuità con il passato, al di là della retorica sulla sconfitta dell'Ancien Regime che comunque conserva ancora un'enorme capacità di leverage economico-industriale e politico». Giulio Tremonti, ex ministro delle Finanze e ascoltato consigliere di Silvio Berlusconi, va oltre le valutazioni «a caldo». E lancia un messaggio: D'Amato è l'uomo che può rompere con il consociativismo; se anche nel sindacato si rafforzeranno i segnali in questa direzione, sarà possibile costruire un rapporto diverso tra forte sociali e Polo. O meglio ancora, si potrà lavorare ad una nuova pace sociale anche nella prospettiva di un governo di Centro Destra nel 2001.
Professor Tremonti, il suo giudizio su D'Amato è positivo. Ma non trova singolare che a sostenere la candidatura di un uomo del Sud sia stato in buona parte il Nord Est più insofferente?
«Con questa designazione al vertice di Confindustria direi, al contrario, che si è saldato il Sud con il Veneto. La matrice della vittoria di D'Amato non è tanto nella dicotomia Nord-Sud quanto piuttosto nell'affermazione della piccola e inedia industria nei confronti della grande impresa, del Nuovo in opposizione all'Ancien Regime anche se credo che Torino., per parlar chiaro, non sia sconfitto e conservi comunque un potenziale enorme. Mi chiedo piuttosto che ricadute questa svolta potrà avere sul piano politico, sui rapporti tra Confindustria sindacati e Polo e quali chance si aprano per un futuro governo di Centro-Destra che non sia più vittima come nel '94 di posizioni ideologiche e pregiudiziali».
Più in concreto?
«Mi ha sempre impressionato il fatto che il governo Aznar abbia fatto una politica marcata di centro-destra ma senza rompere la pace sociale. Tra la Spagna del 2000 e l'Italia del '94 c'è un'enorme differenza: noi avevamo un sindacato schierato politicamente e portatore di una logica consociativa. Lo sciopero contro la riforma delle pensioni fu speculativo e strumentale».
E oggi, cosa è cambiato?
«A me sembra che due fatti nuovi rompano la vecchia politica: la nomina in Confindustria e le posizioni di Larizza e Craveri nel recente cinquantenario della Uil. Ci sono state poi alcune prese di posizione di Sergio D'Antoni. E mi chiedo: se il Polo vince le elezioni nel 200 riprodurrà il «comma '94» o si determinerà uno scenario alla Aznar anche in Italia? Spero che l'ipotesi possa essere la seconda. E cioè quella di una dialettica tra due diversi blocchi ma senza lotte ideologiche e pregiudiziali; lo scontro che ma non assume dimensioni da guerra civile».
Tutto questo passa attraverso la fine della concertazione?
«La concertazione è stata una superfetazione. Ha prodotto degli effetti, ma non quegli effetti miracolosi e salvifici di cui è stata caricata. Se non sarà il de profundi della concertazione, il nuovo corso sarà una sua riduzione ma non mi pare che sarà un male così grave perché non mi pare sia stato un bene cosi forte».
Ha comunque contribuito al calo dell'inflazione e dei tassi...
E’ stata  la nuova geopolitica mondiale a trasformare l'inflazione in una variabile indipendente dalla rivendicazione. Poiché per 100 operai che scioperano in Italia ce ne sono mille in Cina disposti a rubargli il posto questo gli operai lo sanno, per primi».
Cosa propone il Polo per il Sud?
«Abbiamo appena presentato due proposte di legge. La prima è stata firmata anche da Bossi. L'obiettivo è di superare con un colpo di spada i nodi burocratici sui grandi progetti strategici come la riqualificazione e il raddoppio delle autostrade da Nord a Sud. L'altra proposta riguarda la New economi e istituisce un «www.PortaleSud».