Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Repubblica

Tremonti contrattacca "E' un pasticcio ulivista”

L'esponente forzista: quel voto non è colpa nostra

ROMA - Il Polo "ostaggio" della Lega, del suo antieuropeismo viscerale? Ma quando mai. Giulio Tremonti assicura che, se anche non c'è stata intesa bipartisan sulla. carta dei diritti fondamentali del l'Unione Europea, se anche saremo l'unico Paese a presentarci ai vertici di Biarritz e Nizza con una mozione votata solo dalla maggioranza, non c'è da preoccuparsi. Il voto disgiunto di mercoledì alla Camera è, per l'esponente di Forza Italia, «un incidente».
Onorevole Tremonti, dica la verità: non vi siete pentiti di aver dato una prova esattamente opposta alle vostre dichiarate intenzioni di comportarvi "bipartisan” sulle grandi scelte di costruzione dell'Europa?
«Pentiti? No, assolutamente.  Guardi che la Casa delle Libertà quella mozione l'avrebbe votata. Se solo il centrosinistra non avesse modificato la formula già passata al Parlamento Europeo, anche con i voti della Lega».
La vostra obiezione è ormai nota: nella mozione della maggioranza si auspica la "proclamazione" della Carta dei diritti Ue, al posto di un più cauto "invito ad esaminarla". Non è un aggrapparsi alla forma?
«La forma è sostanza in questo caso».
Ammetterà che Bossi non è propriamente un sostenitore della Carta dei diritti. Dice che, ad ispirarla, sono massoni e comunisti.
«E' una posizione... Nessuno rifiuta l'idea della Carta. Ci sono due mozioni e la nostra è quella più coerente con la formula del Parlamento che invita ad esaminare la Carta».
Nessuno nel centrosinistra pensa che la mozione presentata sia scritta nella pietra.
«Però hanno fatto questo pasticcio. L'ipotesi della proclamazione è sbagliata. Nessuno in Europa ha parlato di proclamazione. Se la formula fosse stata quella europea l'avremmo votata, Lega compresa».
Anche lei, come Giuliano Urbani, pensa che il testo di Strasburgo sia scritto con i piedi?
«Io lo definisce piuttosto criticabile. La forma della Carta è francamente insufficiente, non ha l’allure delle grandi carte del Settecento, si dilunga in maniera burocratica più sui piccoli diritti che non sui grandi principi. Detto questo, però...».
Detto questo?
«Mi sembra comunque positivo che si sia passati da un idea di Europa che si esaurisce nell' Euro a un'idea di Europa che progredisce in una politica comune e in futuro dimostreremo che quello di mercoledì è stato un incidente, per giunta non provocato da noi».