Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Giornale

“Tasseranno anche la paghetta per i figli”

Tremonti: l’imposta sulle donazioni apre il campo a una vastissima casistica di abusi

“La tassa sulle donazioni ai figli voluta da Visco non solo sfiora il ridicolo, ma apre il campo a una vastissima casistica di abusi fiscali. Di questo passo arriveranno a tassare anche la paghetta settimanale”. Giulio Tremonti, esponente di Forza Italia e ministro delle Finanze nel governo del Polo, non perdona al suo successore il  “tranello” inserito nel progetto di modifica dell’imposta di successione, che colpisce i passaggi in denaro da genitori a figli.
Quali sarebbero le conseguenze più gravi di questo provvedimento?
“La decisione di colpire le donazioni “informali” senza cioè la ritualità dell’atto pubblico, rende l’azione del fisco ancora più intrusiva nella vita delle persone di quanto già ora non sia. Facciamo un esempio classico: il padre regala l’auto al figlio neopatentato, oppure offre i soldi per comprarsi la cucina alla ragazza che si sposa. Il figlio diventa così proprietario di un bene, grazie a un finanziamento gratuito ottenuto dai genitori. Se in questo caso non c’è l’animus donandi, mi domando dove altro possa essere. Rinunciando al presupposto dell’atto pubblico per imporre la tassa, l’estensione del fisco diventa vastissima. E c’è un altro punto da tener presente”
Di che cosa si tratta?
“Restando nell’esempio dell’auto, il denaro dato dal padre al figlio è già stato tassato al momento della produzione del reddito. Sarà tassato con l’Iva al momento dell’acquisto e con questa nuova impostazione, si introduce un terzo prelievo. Come se non ce ne fossero abbastanza. Ma la nostra critica riguarda comunque l’intera tassa di successione”
Per quali ragioni?
“Siamo contrati a questa imposta che ha un gettito così basso e un effetto distorsivo così alto. Sarebbe meglio abolirla, perché genera distorsioni anzitutto equitative. Non ci è ancora stato spiegato infatti qual è la ragione per cui 100 milioni in Bot sono esenti e la stessa cifra viene invece tassata, se si tratta di una caso o di un’azienda. Questo sul piano morale: c’è poi la distorsione economica”.
In che cosa consiste?
“Data la struttura produttiva del nostro Paese, basata su piccole attività personali o familiari, il problema della successione si pone continuamente e in misura rilevante. Ora, in questi casi tassare non significa solo  prelevare in modo “neutrale”: quel che il sistema prende in soldi incide sulla filiera produttiva e sulla linea di continuità aziendale. Le grandi società quotate non muoiono mai: si tassano le azioni, ed è tutto. Ma quando la società è familiare o personale, tassare l’azienda nel passaggio di successione significa distruggere valore. Cioè un autogol per il Paese: perché quello che si perde è superiore a quello che si ottiene.”
E le nuove proposte che arriverebbero dal governo?
“Sono sussuri che vengono dalle lobby professionali che stanno nel gabinetto del ministro, in cui si ibridano in modo inaccettabile gli interessi privati e quelli d’ufficio. Comunque, indicherebbero la scelta di un’aliquota del 15%, con l’esclusione dalla base imponibile dell’avviamento per le sole imprese individuali. Ma se si ammette che l’avviamento on va tassato in questi casi, perché non fare la stessa cosa quando si tratta di srl o di spa?”
Un giudizio completamente negativo, dunque
“L’impressione che si ricava è quella di un corto circuito: il sistema cioè implode in un eccesso di fiscalità. Già il governo ha promesso che non avrebbe aumentato le tasse, e poi nel ’99 le ha aumentate di oltre 40 mila miliardi. Di questi, ne restituirà soltanto 10mila nel 2000, salve prenderne di più nello stesso anno. E troppa stampa invece di denunciare l’errore di previsione o l’eccesso di pressione – nel ’99 le entrate sono cresciute del 14% e il Pil solo dell’1% - celebra il boom delle entrate come se fosse un trionfo”