Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Repubblica

"Tante promesse, solo più tasse"

Giulio Tremonti attacca il ministro del Tesoro e parla di "suicidio politico”: programmi contraddittori

ROMA — «Un suicidio politico». Di più: «Un tragico caso di pietà umana». E' stroncante il giudizio che Giulio Tremonti — il candidato ministro all'economia in caso di vittoria del Polo — fa sul piano fiscale lanciato da Visco per la prossima legislatura. «Mai visto niente del genere in nessun paese occidentale — commenta Qui siamo di fronte ad un ministro che, da solo, prima presenta in Parlamento un piano e poi, senza aspettare che sia approvato, ne presenta uno alternativo».
Giudizio tranchant. Perchè parla di pietà umana?
«Cos'altro si può dire di fronte ad persona che, pur di farsi rieleggere, dice l'esatto contrario di quanto annunciato dieci giorni fa? Dopo quest'ultima proposta sull'Irpef possiamo parlare di un Visco 1, il riformista, e di un Visco 2, il rivoluzionario di se stesso».
Si spieghi.
«Partiamo dal primo Visco, quello che in Finanziaria promette un piano fiscale di due-tre anni per 30 mila miliardi e propone di finanziare gli sgravi con ulteriori aggravi, paradosso rilevato dalla stessa Banca d'Italia. La manovra non è nemmeno approvata che già a quel Visco ministro riformatore se ne affianca un altro, auto-candidato rivoluzionario, che lancia un nuovo piano in netta contrapposizione al primo dove i miliardi diventano 50 mila, ma gli anni 5. Di fronte a tale esempio di tragico dilettantismo mi arriva un consiglio spontaneo».
Quale?
«Suggerisco di leggere Goethe e di applicare il suo «sii te stesso». E' inutile che Visco, dopo cinque annidi aumentato prelievo—nel '99 30 mila, nel 2000 37 mila miliardi in più al netto delle restituzioni — ora in campagna elettorale si lanci in programmi copiati male. La sinistra fa un errore tragico: vuole sfondare al centro, ma in realtà sfonda il centro con misure che penalizzano i ceti medi e non aiutano le fasce a basso reddito».
Beh, in realtà per loro il ministro parla di zero Irpef.
«Non è vero, con il suo piano aumentano anche le tasse dei poveri. Un esempio: attualmente l'aliquota che va dalla soglia  della povertà fino ai 30 milioni è pari al 24%, con la nuova proposta chi oltrepasserà quella soglia — e parliamo sempre di redditi bassi — pagherà di colpo il 33%. Dov'è la politica di difesa dei ceti deboli?».
Voi del Polo li difendete?
«Molto più di quanto faccia Visco. Dopo quella che noi definiamo "no-tax area" e fino ai 200 milioni proponiamo un'aliquota al 23%. Non solo: il ministro dice di voler recuperare 80 mila miliardi dai vari ammortizzartori vigenti. Restiamo in attesa di sapere quali sussidi saranno eliminati: anziani, buoni libro, cassa integrazione? Bella risposta sociale».