Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

«Si erano fatti illusioni eccessive»

Tremonti: il governo ha scelto la strada sbagliata

PROFESSOR Tremonti, come commenta il finale a sorpresa dell'asta Umts? «Direi che il maiale è sfuggito alla trappola di Amato». Cioè? «Nell'immaginario di Giuliano Amato l'Umts sí era trasformato in un gigantesco maiale politico da sacrificare e da utilizzare senza sprecar nulla. Da una parte si trattava di massimizzare le entrate, dall'altro già si era massimizzato il capitolo uscite. Quei quattrini in più rispetto alla previsione della Finanziaria, dovevano servire, nell'ordine, ad aumentare gli stipendi dei poliziotti, a riparare i danni. dell'alluvione, a sistemare il contratto degli insegnanti...» Quale miglior occasione per l'ex ministro delle Finanze per dar sfogo alla sua proverbiale ironia? Ma Giulio Tremonti frena subito, «Attenzione, non è affatto detto che l'esito dell'asta si traduca in un danno per il Paese e per le casse dello Stato....».
Non è un concetto facile...
«Facciamo un passo indietro. Credo di essere stato il primo a sostenere che chiedere tantissimo per le licenze dell'Umts significava reintrodurre nello Stato postmoderno i principi della tassazione feudale».
In che senso?
«Se Internet è il futuro, tassare lo sviluppo di Internet equivale a tassare, come nel Medioevo il passaggio sulle strade. Un sovrano intelligente non si mette a guardia del passaggio sul ponte, ma va dentro la Fiera, dove si scambia vera ricchezza. Il sovrano moderno, insomma, tassa gli scambi, il che è una cosa ben diversa»
E invece...
«Invece il governo ha scelto la strada di massimizzare le entrate. Mi ricordo Amato in Parlamento con relativo delirio finale nella replica: attenzione, era il senso del suo ragionamento, avremo i quattrini dell'Umts e così finanzieremo le spese che vorremo. L'errore, insomma, non è stato tanto quello di massimizzare le entrate»
Anche perché, professor Tremonti, l'obiettivo fissato dalla Finanziaria è stato raggiunto...
«Dal punto di vista contabile sì, è vero. Ma l'errore è stato politico. Errore doppio, perché si sono massimizzate anche le promesse delle uscite».
Quindi, professore, non crede che sia giusto cercare una strada per riaprire l'asta?
«Sarebbe un atteggiamento mafioso. Un tentativo di correggere un errore, insomma, con un errore di segno opposto»
Ma il governo ha seguito una strada già battuta da altri. La Gran Bretagna, innanzitutto...
«Guardi, in Inghilterra hanno applicato la teoria dei giochi. In Italia, invece, il ministro Cardinale ha preferito fare i giochi con la teoria... Detto questo, non so fino a che punto sia invidiabile la situazione inglese»
Perché?
«Quel che lo Stato inglese ha incassato con l'asta sull'Umts sta per restituirlo con gli sconti fiscali successivi e con la depressione che ha colpito il settore in Borsa. E' una conferma di quanto ho scritto a suo tempo: il metodo dell'asta per l'Umts, in quanto tale, ha un'impostazione di stampo feudale».
E che alternativa c'era?
«In linea di massima, credo che alla fine lo Stato possa in cassare di più con un mercato dei capitali non depresso, che comporta un afflusso di capital gains. E non dimentichiamo l'effetto dei maggiori ammortamenti. Non bariamo sulle cifre: i 50 mila miliardi sognati o i 26 mila incassati nella realtà sono comunque di meno».
La sua è una critica tecnica, professore...
«L'errore politico è di aver voluto pensare solo in termini di fabbisogno di cassa e, più ancora, di aver voluto contabilizzare anche le uscite».
E qui si torna al maiale, vero?
«Già, mi sembra che Giuliano Amato abbia dimenticato che, prima di sgozzarlo, il maiale va fatto ingrassare».