«Passare alla fase due con un nuovo Governo»
Le opinioni del Governatore sono in sintonia con quello che chiede il Polo
ROMA – E’ finita la fase uno, deve iniziare la fase due. Se leggo bene tra le righe della relazione del Governatore, questo vuol dire che occorre dare inizio ad una nuova gestione del Paese». L'economista e ex ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, stratega di Berlusconi, ha seguito con grande interesse le considerazioni di Fazio) che cadono in un momento politico molto delicato, con la sinistra in difficoltà e il Polo che è pronto a raccogliere i dividendi dei successo elettorale delle regionali e del referendum.
Il Governatore dice che è arrivato il momento dì agire. È lo sprone alla sinistra a fare di più o piuttosto è l'invito a nuove forze politiche a raccogliere il suo messaggio?
«Quando il Governatore dice che è arrivato il tempo dì agire non credo che il tempo sia quello di chi ha agito finora, piuttosto è il tempo di chi deve venire. Penso cioè che per la fase due, quella dello sviluppo, si riferisca ad un'altra gestione del Paese. E’ vero che occorre fare piazza pulita delle inerzie, degli eccessi di regolamentazione e di tassazione e che bisogna dare il via alla stagione delle riforme strutturali. In queste argomentazioni vedo una sintonia con le proposte dell'opposizione e con le esigenze che sta esprimendo il Paese. L'inerzia ha un costo elevato per il Paese. E’ vero, c'è la ripresa, ma se non la cavalchiamo c'è il rischio di alimentare il ritardo della nostra economia. E si deve cominciare abbassando la pressione fiscale».
Il tema fiscale è quello su cui insistono le imprese. Ma è davvero possibile allentare la morsa?
«Non solo è possibile ma allo stato dei fatti, è necessario. I dati si commentano da soli. Nel '99 il gettito fiscale è salito dell’8% a fronte di un aumento della ricchezza nazionale dell'1,4%. Il maggior gettito solo in minima parte è dovuto al recupero dell'evasione. Il grosso deriva proprio da maggiori imposte. A questo va aggiunto un aumento delle leggi pari a 7,713 chilometri lineari dì Gazzetta Ufficiale. Come può un Paese con queste cifre essere competitivo? La competitività si misura in termini dì libertà economica».
Il Governatore ha anche detto che la leva fiscale è servita a ridurre l'indebitamento.
«Il '99 doveva essere un anno di pressione fiscale invariata invece è aumentata dell'8%, mentre il risanamento c'era già stato. E l'incremento non è stato di poco conto. L'effetto sulla competitività è stato devastante. Soprattutto le piccole e medie imprese ne hanno risentito. Per non parlare dell'occupazione. Basta fare il confronto con i partner europei per rendersi conto che il sistema Paese ha il fiato corto. Bisogna innovare, cambiare e credo sia arrivata anche l'ora di cambiare Governo. Un'altra verifica dell'aumento della, tassazione è fornita da quali che sta accadendo per la benzina. Gli aumenti sono stati inferiori agli sconti e la differenza va all'Erario.
Altro punto sottolineato da Fazio è l'occupazione, il divario tra Nord e Sud e la crescita enorme dei lavori atipici. Anche in questo caso la colpa è del fisco oneroso?
«Il Governatore lo dice chiaramente: occorre più libertà nei rapporti di lavoro. La flessibilità è l'unica strada da percorrere per creare nuova occupazione».