Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- L'Espresso

Parola mia, non faremo epurazioni

Colloquio con Giulio Tremonti , candidato super ministro per l’economia

Nel ’96, quando la sinistra arrivò al governo, “nei ministeri ci fu una purga biblica. Noi non faremo lo stesso”. Giulio Tremonti, per sette mesi ministro delle Finanze nel governo Berlusconi, rassicura le burocrazie ministeriali: tranquilli, non ci saranno epurazioni.
Quali problemi avete avuto nel ’94?
“Quando sono arrivato al ministero delle Finanze scoprii che non c’era nessuno disposto a farmi da capo gabinetto. Allora chiesi del capo dell’ufficio legislativo e venni a sapere che non c’era più neanche lui. Alla fine fu il suo vice a indicarmi un nome. Fu promosso. E dato che era bravo, è rimasto al suo posto anche con il centro-sinistra”
Come interpreta oggi quel periodo?
“Eravamo come il Terzo Stato all’inizio della Rivoluzione francese. Impresentabili. I tempi non erano ancora maturi.”
Anche con la Banca d’Italia i rapporti furono burrascosi …
“Lo 0,5 per cento di quanto abbiamo visto tra Fazio e Visco. Avevamo nel governo Lamberto Dini che non perdeva occasione per attaccare la ditta di provenienza. Ma sono passati non sei, ma 6mila anni”.
Oggi per fare il capo gabinetto di Tremonti c’è la fila?
“Ho questa impressione”
Nel frattempo cosa è successo?
“Abbiamo più possibilità di vittoria e tante strutture che prima non ci conoscevano. Ora siamo presentabili…“
E la sinistra?
“Hanno occupato tutti i settori e si sono serviti dello stato per finalità di setta e anche per scopi personali. Mi viene in mente Visco in smoking o che scorrazza in laguna con tre motoscafi al seguito: lo stile della sinistra di governo. C’è chi ha resistito, e chi no”
Chi metterebbe tra i “resistenti”?
“Le strutture più forti: le forze armate, la diplomazia, il ministero degli Interni. Altri ministeri, penso alle Finanze, sono stati oggetto di lottizzazione assoluta”
Quando arriverete voi cambierà tutto?
“Nel ’94 proposi una sola nomina: quella di Stefano Patriarca, che veniva dall’ufficio studi della Cgil. Lo stesso farò se andremo al governo. Al ministero del Tesoro c’è un’ottima squadra: non vedo nessuna ragione per cambiare”