Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Giornale

«Ma allora resteremo divisi anche per le politiche»

Tremonti: «Non capisco il no, ma Pannella si illude se pensa ad un'alleanza nel 2001»

Sarà che è abituato a ragionare sui dati concreti e visibili, come vuole la legge dell'economia, ma il professar Giulio Tremonti manifesta pessimismo. È convinto che Marco Pannella abbia già deciso di rompere, ed ora guarda con delusione le quattro paginette che aveva stilato mercoledì scorso, quella «bozza d'intesa» che aveva già pronti gli spazi per le firme di Silvio Berlusconi e del leader radicale. Di tanto rifiuto che sarebbe già m-turato, Tremanti non sa darsene una ragione, pur se non rimpiange gli sforzi profusi quale tessitore tra Arcore e Largo Argentina. Dice che Forza Italia «ha fatto tutto quel che poteva, con onestà e coscienza pulita», e che le motivazioni del niet radicale sono «risibili». Così ora, avverte che se salta l'accordo per le elezioni regionali, «non è credibile pensare poi di andare insieme alle Politiche».
Se va, va, altrimenti pazienza, lei ha detto a Radio radicale. Professore, si sta arrendendo?
«Se lei sente Radio radicale, capirà che loro hanno già rotto. O stanno rompendo».
E perché?
«Non lo so. Francamente, me ne sfuggono le ragioni reali».
Non è, banalmente, che Pannella stia facendo melma in attesa della convenzione radicale del 3 marzo a Roma?
«No, credo invece che abbiano già deciso di chiudere. Ho parlato con Pannella, e ho avuto l'impressione di un no già definitivo».
Le avrà pur fornito una motivazione.
«L'unico punto di rottura che mi ha illustrato è il sistema elettorale regionale. Che è una cosa ridicola, e se rompono su questo vuol dire che rompono per altri motivi».
Per il resto, il documento andava bene?
«Ma sì, c'è tutto. C'è la disponibilità per i referendum di maggio e anche l'impegno a ripresentare i referendum bocciati. E per i referendum sugli Statuti regionali, noi abbiamo ripreso alla lettera le cose che hanno detto loro».
E allora?
«Infatti. Abbiamo accettato l'uninominale per i presidenti delle regioni, e abbiamo detto invece "libertà di voto" sui consiglieri regionali: non gli va bene nemmeno questo. La mia impressione è che sia una chiusura strumentale perché hanno altri obiettivi».
Quali?
«Ma! Un'ipotesi razionale potrebbe essere che Pannella vuole andare da solo alle Regionali per poi unirsi alle Politiche. Ma è un errore, perché così si va allo scontro, e sarà estremamente difficile un'alleanza dopo essersi scontrati. E un calcolo del tutto illusorio».
Professore, non sospetta che Pannella tiri la corda in attesa che Berlusconi pieghi definitivamente le resistenze di Casini e Buttiglione?
«No, no, Pannella è convinto che quello non è un problema. Io non so per quale ragione rompe, io so per quale speculazione rompe, che è questa dei consiglieri regionali. E mi sembra minimale, lui dice che non abbiamo accolto il sistema maggioritario per eleggere i consiglieri regionali, mentre per il resto abbiamo preso alla lettera tutto».
Pannella però, rimprovera qualcos'altro a proposito dei referendum.
«Sì, dice che non sono determinati i contenuti dei futuri referendum. Ma ci dica quali, perché dei vecchi referendum già presentati abbiamo detto che glieli ripresentiamo, e quelli futuri non li sa neanche lui».
Per come la racconta, è un rifiuto inspiegabile.
«Direi proprio, e lascia molto perplessi».