Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Secolo XIX

La stroncatura dell'"azzurro" Tremonti «Sinistra servile con gli industriali»

L'economista di Forza Italia contesta i progetti del premier per la new economy. «Il governo ha moltiplicato le leggi»

Genova. «In questa sinistra c'è cupidigia di servilismo nei confronti della Confindustria». Il professor Giulio Tremonti, 53 anni da compiere in agosto, parlamentare di Forza Italia, ordinario di diritto tributario all'università di Pavia, ministro alle Finanze del governo Berlusconi, scuote la testa, mentre seduto in prima fila nel teatro "Carlo Felice" di Genova, ascolta l'intervento del premier Massimo D'Alema. Tremonti ha salutato con un abbraccio il ministro al Tesoro Giuliano Amato, riconosce l'intelligenza politica di Massimo D'Alema, ma "boccia" senza appello le strategie economiche del governo e rilancia con le proposte del Polo. Dice: «Serve la graduale riduzione della pressione fiscale, se si mette un milione in più in busta paga, lo Stato perde il 27 per cento di Irpef, ma quel milione va in acquisti che portano il 20% di. Iva. Bisogna detassare chi investe e chi assume. Serve un piano di sviluppo che rilanci le grandi opere pubbliche, liberandole dalla palude burocratica. Il nostro progetto di new economy prevede che il capitale possa essere sottoscritto con polizze, il capitale del futuro sono le idee».
Professore, boccia la new economy annunciata dal presidente del Consiglio?
«L'insufficienza è evidente. D'Alema per primo lo riconosce, continua ripetere: non riusciamo a spiegarci, ma l'Italia va bene. E' un refrain di tutti i suoi ministri che dicono: gli italiani non ci capiscono. Invece gli italiani capiscono che non va bene».
Perché?
«Nell'era della globalizzazione la ripresa è un fatto mondiale, come mondiale è l'aumento del prezzo del petrolio. Un governo deve essere di navigare su quest'onda, ma il centrosinistra non ce la fa, tutti i differenziali della nostra economia sono negativi».
Di che cosa accusa il governo?
«D'Alema e i suoi ministri lanciano slogan sulla necessità di ridurre il numero delle leggi. L'anno scorso sono stati prodotti 7 chilometri e 713 metri di nuove leggi».
C'è però l'impegno di ridurre le tasse.
«Nel '99 la pressione fiscale è salita di 42 mila e 900 miliardi. Questi sono dati concreti, soldi entrati nelle casse dello Stato, non sono parole. Un introito fiscale di 42 mila e 900 miliardi non c'era nemmeno negli anni delle Finanziarie eroiche, quelle per entrare in Europa. Il '99 è stato un anno perduto».
La ragione?
«Eravamo già nell'euro, il '99 avrebbe dovuto essere un anno normale, la Finanziaria avrebbe dovuto essere di qualità e non di quantità, invece non c'è stata alcuna qualità, solo pessima quantità. D'Alema può promettere quello che vuole, ma i numeri sono questi».
Ci sono altri numeri?
«Purtroppo sì. Soltanto il 2 per cento degli investimenti europei arriva in Italia, mentre in Italia arrivano 240 immigrati dal Nord Africa. Il primo dato lo fornisce il Business international, mentre l'altro è della Caritas. E' ingiusto importare sofferenza e povertà».
E' contrario all'immigrazione?
«Abbiamo presentato un disegno di legge che fissa regole chiare: ben vengano gli immigrati per lavorare, non vengano per soffrire. Gli interventi di assistenza si possono fare molto meglio nei loro Paesi d'origine».
C'è possibilità di dialogo con il centrosinistra sul problema immigrazione?
«La sinistra ha il cinismo di importare un sottoproletariato, che costituisca una nuova base elettorale, perchè gli italiani non la votano più».
La sinistra però governa.
«E l'astensionismo aumenta sempre più. Come fa un elettore di sinistra a votare questo governo che ha lo zelo del neofita nei confronti degli industriali e una cupidigia di servilismo per la Confindustria? Jospin, Schroeder e Cofferati sono ben diversi».
Dice che la sinistra fa una politica di destra?
«Ci prova. Il ministro Visco tassa soltanto gli operai perchè l'imposta progressiva è rimasta solo sul lavoro».
Allora che differenza c'è a votare destra o sinistra?
«Noi siamo più bravi».