«Il bonus, un grande falso»
Tremonti: meglio fare come i tedeschi
Prima rapinano le tasse e poi, dopo averne incassate ben più del previsto ogni tanto in modo discrezionale ed elettorale ne restituiscono un po'? Ma non esiste in nessuna parte del mondo». Per l'ex ministro delle Finanze e mente economica di Forza Italia, Giulio Tremonti, «in nessun paese occidentale esiste il concetto di "bonus" o di dividendo fiscale: è un falso ideologico, un falso politico assoluto».
Professore, come funziona dalle altre parti?
«Si fanno delle stime sulle tasse e dei piani precisi e si annunciano prima, insomma la politica fiscale si fa ex-ante. La Germania in questo campo insegna: si definiscono degli obiettivi precisi di politica economica, i veicoli per raggiungerli, poi si disegna uno scenario economico, si trasmettono dei messaggi positivi all'economia e alla fine si vede».
Da noi invece...
«Da noi è tutto rovesciato, si fa tutto ex-post. Il Fisco, infatti, opera un prelievo indifferenziato, peraltro in contrasto con gli annunci del governo che diceva di voler ridurre il prelievo. Ma basta guardare i numeri di questi giorni per rendersi conto che il prelievo fiscale continua a salire senza sosta. Non solo, ma se il PA cresce del 3 per cento, le entrate salgono addirittura del 5! Una tendenza confermata anche dai numeri assoluti: nel '99 le entrate sono aumentate di 42.900 miliardi. E sa quanti ne vengono restituiti?».
Più di 10.000
«Sì, ma solo l'anno prossimo, quando il collegato fiscale entrerà in vigore E gli altri 30.000 che avanzano?».
Dove sono andati?
«Già! Anche quest'anno, con l'incremento assoluto delle entrate stimato in 50.000 miliardi, si parla di un bonus da 18.000...».
Questo secondo alcune in-discrezioni: Finanze, Tesoro e lo stesso Amato ieri hanno detto che non c'è ancora nulla di deciso.
«Sì, e probabilmente il "bonus" sarà molto più basso. lo credo non andremo oltre i 12-14.000 miliardi».
Il Tesoro sostiene che questi non sono dati suoi, non li commenta, non li conferma e non li smentisce. Ma forse vuol far intendere che le vere cifre sono altre.
«Credo sarà così. Comunque i conti tornano: ci sono sempre circa 30.000 miliardi che non si capisce dove finiscono».
E questo perché?
«Tutta colpa della riforma-Visco che attraverso decine, centinaia di micro interventi ha prodotto un effetto di Finanziaria continua, che va addirittura oltre le promesse e le stesse previsioni del governo».
Però questo record di entrate può essere anche una conferma della ripresa economica che si sta rivelando a sua volta migliore delle previsioni.
«Ma io torno a dire che la differenza tra crescita del Pii e crescita del gettito è troppo alta: qualcosa non funziona».
Allora, cosa suggerisce?
«Bisogna annunciare ex ante una forte riduzione delle aliquote, che poi non necessariamente si trasforma in un calo del gettito. Credo infatti che un milione versato in meno al Fisco e lasciato in più nelle buste paga non finisca sotto il materasso ma, per lo più, venga speso. Si compra un tavolo e questo automaticamente genera un gettito Iva e un gettito Irpef da parte del venditore».
Un altro numero «in libertà»: si parla di una crescita del Pii al 3,7% nel 2001. Ci crede?
«In parte sì, però quello che questi signori non hanno capito i che ci troviamo di fronte ad aria crescita molto esterna e poco interna. Insomma, va benissimo a chi esporta. E non si illudano: chi esporta continua a votare per il Polo. E più guadagna e più ne è convinto».
Anche sull'export, però, ci sono segnali di frenata.
«Si, e per questo non bisogna essere così ottimisti. La nostra economia nei prossimi mesi è destinata al declino, declino demografico e degli investimenti. Anche in questo caso, nessuna illusione: non darà grandi dividendi»