«I progressisti non si illudano di governare senza il Nord»
Professor Tremonti, lei è stato il tessitore di questa nuova alleanza Berlusconi-Bossi.
Professor Tremonti, lei è stato il tessitore di questa nuova alleanza Berlusconi-Bossi.
«Non voglio fare il finto modesto, ma al tavolo non li ho portati io, ci sono andati da soli. Perché sono più simili di quanto loro stessi non pensino, e perché il Nord produttivo all'opposizione è un costo enorme per il Paese».
Che significa?
«Solo la sinistra poteva illudersi di governare con il 30% contando sul fatto che il 70% era diviso e di governare a lungo senza il Nord, motore dell'economia e cuore dell'Italia produttiva».
E lei, per allettare Bossi, gli ha messo sotto il naso una nuova proposta di legge per rilanciare l'economia anche del Nord.
«Strade, infrastrutture, un rilancio reale del Paese. E non solo propaganda, quella di cui si bea la sinistra. Noi vogliamo spostarci insieme, e concretamente, sulle cose da fare: da 30 anni in Italia non si realizzano opere pubbliche degne di questo nome».
Il punto d'arrivo, però, sarà Palazzo Chigi.
«Non solo, anzi quello potrebbe essere una conseguenza. Il punto d'arrivo è la modernizzazione del Paese, è il pensionamento dello Stato appaltatore. Le grandi opere pubbliche le farebbe l'economia privata con piani di finanziamento e allo Stato costerebbero solo interessi del 5%. E l'unico modo per uscire dall'impasse, e Bossi l'ha capito».
Dato politico principale dell'accordo?
«Per tutti voi è l'alleanza, per me è qualcosa di più profondo: scoprire che Bossi è per lo sviluppo del Sud. È stato lui a parlare di crociera, di una crescita esponenziale di Nord, Est, Sud e Ovest Dopo decenni di isolamento, dopo un'epoca buia in cui le città del Sud sono state trasformate in prefetture, questa proposta di legge potrebbe costituire la svolta».
Prima dell'accordo era preoccupato?
«No, ed ero l'unico. Tutti gli amici del Polo mi dicevano: facciamo in fretta, prima che la sinistra ci rubi l'idea Ma Ds e compagnia non avrebbero mai potuto pensare tutto ciò, perché è fucili dalla loro mentalità consociativista. Per loro la parola chiave è consenso».
Perché è così sbagliato cercarlo?
«Perché il consenso lo devi avere dopo, sulla qualità e sull'utilità dell'opera. Non prima, dai consigli di quartiere. Il consenso del cittadino soddisfatto è qualcosa di positivo, quello del piccolo politico che coltiva il suo orticello è solo una palla al piede».
Obiezione facile: ripartono gli appalti, riparte la corruzione. Come la mettiamo con la lezione di Tangentopoli?
«Se ci sarà corruzione, i corrotti e i corruttori vadano in galera. Ma è pazzesco che per paura di un reato si rimanga immobili. Un Paese inserito nel sistema europeo non può essere paralizzato da un fantasma».
Quali sono i primi progetti concreti?
«Fra gli interventi prioritari di questa proposta di legge sono la Pedemontana lombarda, la Pedemontana veneta, il passante di Mestre, il raddoppio della Firenze-Bologna».
Ai Verdi verrà l'orticaria.
«Torniamo alla logica dell'orticello. Ma lei pensa che chilometri di auto in coda sulle nostre strade statali inquinino meno di un'auto in movimento su un'autostrada? Senza parlare dello stress e dei problemi concreti di un cittadino al volante. Anzi, di un elettore al volante».
Sino all'altro ieri Bossi era il diavolo. E per i leghi-ti lo era Berlusconi. Perché gli elettori oggi dovrebbero essere felici?
«L'accordo non è stato stilato per il potere fine a se stesso, ma è un accordo sui programmi. E allora il grado di favore della gente dipenderà dalle cose che riusciremo a realizzare. Ed è anche l'unico tipo di consenso che un politico si merita».