I falsi della sinistra
Tremonti: «Contro la Lega l'Ulivo racconta frottole»
In quindici anni di attività politica, la " violenza è sempre stata semmai subita dalla Lega, non certo causata. Non si trova un solo episodio reale di violenza fatta dai leghisti contro chicchessia. E il patetico caso del finto professore di Verona, che si è picchiato da solo per farsi compatire, dimostra che la sinistra è maestra nello strumentalizzare qualsiasi episodio, anche il più fumoso, pur di dar contro alla Lega e alla Casa delle liberta in generale». Abbiamo raggiunto Giulio Tremonti sul telefonino nel tardo pomeriggio di ieri, mentre si stava recando a Torino, al convegno sulla Devolution organizzato dalla Lega Piemont e che ha visto tra i relatori anche Umberto Bossi. L'illustre esponente di Forza Italia ha ribadito la sua difesa a spada tratta dell'operato della Lega. E soprattutto ha sottolineato che l'alleanza tra il Carroccio e il Polo è solidissima e porterà alla vittoria elettorale contro un Ulivo allo sbando, a corto di argomenti e quindi capace soltanto di demonizzare e criminalizzare l'avversario.
Professor Tremonti, la sinistra italiana e internazionale non perde occasione a definire la Lega (e di riflesso anche l'alleato Berlusconi) "antieuropeista" perché assai critica verso la strana Carta dei diritti dell'Ue. Qual è la sua replica?
«Simili strumentalizzazioni si commentano da sole, tanto sono grossolane ed evidenti. La Carta dei diritti Ue è un testo che deve essere discusso in Parlamento per essere emendato, in quanto attualmente non ci va bene. Chiediamo soltanto l'applicazione di una delle regole fondamentali della democrazia».
Però Amato fa di questa Carta una questione politica di vita o di morte. Come mai?
«Alla sinistra fa comodo passare per europeista doc, quindi pigiano l'acceleratore su quel documento. Ma Nizza non rappresenterà nulla di definitivo».
Numerosi ambienti "illuminati" internazionali, quelli che elogiano il mondialismo e la società multirazziale, giocano con le parole e propagandano l'equivalenza tra democrazia e consumismo. La Lega invece difende le radici e le tradizioni dei popoli.
«La Lega fa benissimo. Proprio per evitare tale distorta idea di democrazia, Lega e Polo hanno preparato il "progetto Devolution". Essa va fatta sia verso l'alto che verso il basso».
Si spiega meglio, professore?
«La devoluzione in Italia (ovvero il federalismo) e la Costituzione in Europa sono le facce della stessa medaglia: in entrambi i casi si trasferiscono quote di sovranità verso il basso e verso l'alto. Questa è la meccanica politica del futuro. Non esiste un futuro politico in Europa se non c'è devoluzione. Noi della Casa delle libertà guardiamo al futuro, a differenza della sinistra, ferma a modelli e programmi fallimentari del passato. magari nel 2010 ci arriveranno anche Amato e D'Alema a parlare di Devolution».
Fuori tempo massimo, però.
«Certo, sono abituati a copiare con enorme ritardo. Speriamo che fra dieci anni i due signori abbiano cambiato mestiere».
Altra questione che ha scatenato parole in libertà corredate di innumerevoli idiozie è la questione dell'islamizzazione. Il Polo continuerà a marciare unito con il Carroccio, contro una politica dell'immigrazione che spalanca le porte a chiunque?
«Vede, una società può anche includere elementi esterni soltanto se possiede un'identità forte. Tanto più forte è l'identità, tanto più forte è l'elasticità. Ferma restando l'accettazione delle regole e delle leggi del paese che ospita gli immigrati».
Elasticità nell'accogliere immigrati non significa però spalancare le porte a tutti, no?
«Assolutamente no. Possediamo un corpo giuridico ben definito ed esso deve valere per tutti, italiani ed immigrati, cattolici ed islamici. Altrimenti saltano gli equilibri Altrimenti è il caos».
Non esiste perciò un import-export dei princìpi e dei valori, professore?
«Ci mancherebbe altro! Dobbiamo tutelare le identità dei popoli. E la sinistra la smetta di dare pagelle di democrazia e di razzismo a tutti».
Anche perché chi agisce in maniera violenta sono i frequentatori dei centri sociali, come dimostra la vicenda di Venezia.
«A volte il Carroccio eccede nei toni verbali, ma tutto resta sempre nell'ambito dialettico. Ambienti di sinistra invece la violenza la attuano concretamente. E c'è anche chi fa finta di nulla o vergognosamente mostra comprensione».