Devolution a norma di Costituzione
Tremonti: «Le sinistre sbraitano di eversione? Si leggano la Carta fondamentale»
La Devolution? E’ ammessa anche dalla Costituzione, anche se le sinistre fanno finta di non saperlo e sbraitano di "eversione" e di altre bestialità del genere ogni qual volta Lega Nord e Forza Italia rilanciano il tema. Giulio Tremonti, esponente illustre di Forza Italia e deciso sostenitore della riforma federalista, non si perde in fronzoli e preferisce centrare il bersaglio grosso: la maggioranza governativa, quando affronta il tema della Devolution, straparla. «La strategia di contrastare il centralismo deve partire innanzitutto dalle regioni -. Dalle regioni è venuta la vittoria del 2000 e dalle regioni verrà la vittoria dell'alleanza Polo-Lega alle politiche del 2001. In questa fase politica è quindi per noi essenziale sferrare bordate pesanti a questo regime al tramonto».
E si può farlo attraverso le regioni, professor Tremonti?
«Sì, attraverso il pressing delle regioni su Roma. Come effettuare tale pressing? Siccome il federalismo non è centralismo e si distingue da quest'ultimo in quanto parte dal basso, è fondamentale la fase dei referendum regionali. Si tratta di referendum "propositivi" regionali che raccolgono il consenso popolare. Questo è un passaggio democratico essenziale».
Ogni regione darà vita quindi ad un referendum propositivo sulla Devolution?
«Proprio così. La Lombardia per i lombardi, il Veneto per i veneti, il Piemonte per i piemontesi e via di seguito. Nella logica, comunque, di un unico disegno politico, lo stesso che era alla base dell'alleanza elettorale delle regionali. Ma questa è la "fase uno" del nostro progetto, non certo l'unica».
Ci sono altre fasi?
«Certamente, altrimenti non si va da nessuna parte. I referendum regionali da soli non bastano a dare la spallata decisiva al sistema centralista. Servono la "fase due" e poi la "fase tre"».
Sarebbe a dire?
«"Fase due": è ideologicamente e politicamente unita alla prima, ma giuridicamente è distinta. Si rifà all'articolo 121, secondo comma che concede alle regioni di presentare a Roma, al Parlamento, proposte di legge costituzionale. A questo articolo si legano immediatamente l'articolo 138 (riforma costituzionale) e il 117, secondo comma(la "devoluzione"). Stiamo parlando della carta costituzionale della Repubblica Italiana. Quindi l'esatto opposto dell'eversione, mi pare».
E la "fase tre"?
«Gli statuti regionali. I nuovi statuti dovranno incorporare nel loro dna la scelta di presentare proposte di legge costituzionale allo Stato centrale. Dna federalista negli statuti, quindi. L'oggetto sociale dei nuovi statuti sarà, oltre allo svolgimento delle competenze esistenti, l'ampliamento delle stesse via devoluzione. È perfettamente legittimo che uno statuto regionale contenga il programma di devoluzione attraverso proposte di legge in Parlamento. Non c'è giurista di Palazzo che possa opporsi all'inserimento di questo passaggio fondamentale negli statuti».
Gli statuti dovranno contenere il programma di devoluzione?
«Non come ipotesi astratta, naturalmente, ma come rivendicazione di un diritto costituzionale».
Altro che "eversione" e altre balle del genere, professore...
«Le sinistre sono maestre nel raccontare balle per spaventare la gente. I nostri tre passaggi li spiazzeranno e li smaschereranno, mettendoli definitivamente in fuorigioco».
Ricapitolando, i passaggi sono: referendum, proposte, statuti?
«Esatto. I nuovi statuti sono fondamentali, quindi, per raggiungere il nostro scopo. La vera Costituzione del territorio sono gli statuti, ricordiamolo sempre a tutti. In questa maniera disinneschiamo le vergoenose accuse di "eversione gettateci addosso dai nostri avversari politici. È legittimo il referendum propositivo, sono legittime le proposte, sono legittimi gli statuti. Lo dice la Costituzione, cari amici di sinistra».
Lei ha descritto con precisione le tre fasi federaliste. Adesso bisognerà attuarle.
«Qual è il problema? Nel Nord siamo tutti convinti da tempo della necessità di farla finita con l'impianto centralista dello Stato. Adesso anche al Sud si stanno accorgendo del fallimento del centralismo romano. L'importante è seguire tutte e tre le fasi. Ripeto: tutte e tre».
Lo ripete soprattutto per chi invece punta soltanto sui referendum propositivi regionali?
«Lo ripeto per chi non ha le idee del tutto chiare Lo ripeto per chi è convinto di poter fare la Costituzione senza il popolo e senza statuti. Lo ripeto per chi accetta, un atteggiamento di soggezione alle "magistrature di Palazzo, che minacciano sfracelli in nome della Costituzione. A questi giuristi possiamo replicare proprio in nome della Costituzione».
Le sue tre fasi per la Devolution vanno dal basso verso l'alto, professor Tremonti.
«È naturale. Il vero federalismo va dal basso verso l'alto. Non come vorrebbero le sinistre, che vedono ancora nello Stato il papà buono che concede ai suoi bimbi le caramelle federaliste, a patto che stiano buoni e non facciano í capricci. Ma ormai quei signori hanno fatto il loro tempo. Le regionali sono state l'inizio della fine del regime centralista».