Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Padania

Bonus fiscale? No, elettorale

Anche il forzista Tremonti attacca l'esecutivo: «Basta con lo "sceiccato" di Roma sulla benzina»

Con il Bonus fiscale il governo restituirà solo una piccola parte delle maggiori tasse incassate. Lo ha sostenuto ieri l'ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi, Giulio Tremonti, intervenendo alla trasmissione Rai "Radio Anch’lo". Tremonti ha parlato anche di «sceiccato fiscale sull’aumento dei prezzi della benzina». «E stato messo in piedi un sistema di finanziaria continua - ha affermato l'economista di Forza Italia -. Non si può parlare di tagli alle tasse se queste salgono e solo qualcosa viene restituito». Il parlamentare del Polo ha detto che lo scorso anno le tasse sono salite di 42 mila miliardi, ma ne sono stati restituiti solo 10 mila: «il saldo finale è che sono stati pagati 32 mila miliardi in più». Questo - secondo Tremonti - vale anche per il 2000, con il Pil che cresce del 2,7% e le entrate fiscali di oltre 11 5%. Tremonti ha fatto l'esempio della benzina: «Aumenta il prezzo alla produzione - ha detto - aumenta l'accisa che si paga sul prezzo industriale e anche l'Iva che si paga su prezzo industriale e accisa. Il governo deve rinunciare allo sceiccato fiscale che fa alla pompa di benzina». Il professore ha quindi proposto la ricetta dei Polo: «la leva fiscale è determinate per rilanciare l'economia: non è poi detto che la riduzione di aliquote si traduca in perdita di gettito, perchè aumentano i consumi sui quali si paga l'Iva».
«Ma quale bonus fiscale! - attacca il deputato della Lega Nord, Edouard Ballaman - Questo è un bonus elettorale. Serve a questo screditato governo per gettare fumo negli occhi ai cittadini in vista delle prossime politiche».
Onorevole Ballaman, Io slogan populistico delle sinistre è "abbassare ,le tasse". Ma, nei fatti, è vero il contraria?
«Esattamente il contrario. Da quando governa il centrosinistra tasse, imposte e balzelli vari hanno assillato i contribuenti come non mai. Sono aumentati di circa il 10 per cento, questa la verità. Un aumento ben più alto dell'inflazione. Il bonus fiscale lanciato da Amato non serve ad altro quindi che a far guadagnare qualche favore elettorale all'attuale compagine governativa».
Trucchetti propagandistici, quindi?
«Ne. più nè meno. Così come i favoleggiati aumenti di stipendio agli insegnanti».
Intanto aumentano i costi di gas, luce, benzina.
«Appunto. La storia della benzina è esemplare. Ogni giorno da Roma ci raccontano che se la benzina aumenta è a causa dell'aumento del petrolio. I tg e i giornali di regime si dimenticano sempre di dire che circa il 70 per cento di ciò che paghiamo dal benzinaio sono tasse che lo Stato fissa sull'energia. Ogni volta che aumentano benzina e gasolio chi ci guadagna di più è sempre lo Stato italiano, più che i petrolieri o i raffinatori dei carburanti».
Se lo Stato volesse, potrebbe quindi "arrestare" l'aumento della benzina?
«Certo. Basterebbe diminuire gli oneri fiscali in materia. Naturalmente questi governanti se ne guardano bene».
Quindi continueremo a subire salassi al portafoglio?
«Ahimè, credo proprio di sì. Ormai questo governo di sinistra ha già dimostrato come opera. Non possono essere gli ultimi mesi di legislatura a capovolgere il modus operandi" di questo esecutivo che governa l'Italia da quasi cinque anni. Statalisti e centralisti come sono, gli esponenti del centrosinistra vedono nella tassazione una risorsa per tenere in piedi il baraccone statale italico. Ma presto gli elettori avranno la possibilità di mandare a casa chi pensa sempre e solo a tassare i lavoratori, senza mai invece porre mano alle riforme strutturali necessarie a modificare in meglio questo paese».
Anche la politica occupazionale del governo sta scatenando numerose polemiche, visto che si parla sempre di accogliere manodopera extracomunitaria. E i nostri disoccupati?
«Dietro tale scelta buonista c'è un intero impianto ideologico, quello della società multirazziale. Che non è affatto, come credono loro, inevitabile. La proposta della Lega infatti prevede una seria politica di aiuti ai paesi più arretrati. Aiutiamoli, sì, ma a casa loro, per quel che riguarda i disoccupati italiani, bisognerebbe rivedere anche la concessione dei sussidi di disoccupazione».
In quale maniera?
«Non è ammissibile che ci siano giovani che, di fronte a diverse possibilità di impiego, le rifiutino tutte e poi si godano ugualmente il sussidio statale. Mi sembra che ci sia troppa gente che, invece di voler realmente cercare un lavoro, se ne stia ad attendere i soldi dallo Stato. Questa è una situazione che deve finire una volta per tutte. Anche perché in: questo modo si producono costi sociali enormi  non si risolve proprio nulla».
Bisogna cambiare registro in maniera radicale, onorevole Ballaman?
«Totalmente, prima che la barca affondi in maniera definitiva. Ne va del futuro dei nostri figli e non è una sparata demagogica, la mia. L'ideologia statalista che impregna il centrosinistra è assolutamente inadatta a permettere al paese di affrontare la competizione internazionale. Soltanto la ricetta voluta fortemente dalla Lega, ovvero il federali~ e la devolution, rappresenta la speranza di raddrizzare una situazione che i regimi della Prima Repubblica, di cui l'attuale è diretta continuazione, hanno ingigantito a dismisura. Dobbiamo farcela, ce la faremo».