Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

«Visco sbaglia i calcoli»

Tremonti: troppe tasse, le aziende emigrano

Milano. Professor Tremonti, ce la farà il suo «nemico» Visco a evitare una manovra-bis? E perché si invest di più fuori? «Dati falsi, indegni in un Paese civile – replica Giulio Tremonti, ex ministro delle Finanze -. Ma parliamo di cose più importanti: la crisi è seria perché la cultura politica che ci governa è in crisi. E non parlo solo dell’Italia».
La sinistra invoca il calo dei tassi. Che ne pensa?
«Che sono fuori strada. Un lieve aumento dei tassi, destinato a migliorare i rendimenti del risparmio, non sarebbe un dramma».
E qual è allora la ricetta per la ripresa?
«Un passo indietro. L’Europa è un’area dove il capitale costa poco e il lavoro molto. Dove il capitale gode di un’ampia deregulation e il lavoro è ingessato da mille regole».
Il risultato?
«Il capitale viene indirizzato a finanziarie la riconversione in due modi: nuove macchine per sostituire i lavoratori, oppure investimenti fuori Europa. Oggi il fenomeno non appare in tutta evidenza perché la domanda ristagna. Ma domani... ».
L’alternativa?
«Semplice, meno regole e meno tasse per il capitale umano. L’esatto opposto di quanto fa Visco che ha inventato una tassa, l’Irap, che detassa gli investimenti in macchinari e aumenta le tasse sul lavoro. Il paradiso fiscale per i robot».
A parte le battute, Tremonti, resta la realtà della crisi internazionale. O no?
«All’origine della crisi, dicono tutti, dovrebbe esserci il Giappone. Eppure gli Usa, che hanno legami ben più stretti con Tokyo, sono in pieno boom. No, la realtà è che la crisi europea nasce dagli europei. Quella italiana è aggravata dalle nostre scelte di governo».
Il suo applauso, insomma, va al governatore di Bankitalia?
«Mi sembra, la sua, una diagnosi rigorosa. Peccato che nel ’94 Fazio sia stato, diciamo così, un po’ fazioso... fu lui a dire che nono c’era copertura finanziaria per la Tremonti».
A proposito di numeri, ma la pressione fiscale è calata con Visco...
«Le entrate sono scese perché sono venute meno le imposte su Banca d’Italia, Ufficio italiano cambi e Ferrovie. Non ci sono state poi, le anticipazioni sulle esattorie e sull’Iva. Infine sono scese le sostitutive sugli interessi ma solo perché sono calati gli interessi. Eppoi c’è l’Irap».
Molto meno gravosa di quanto sostenavate voi critici... «Non servirà a nulla. Non è un problema di leggi, ma di clima. Lo Stato non deve promuovere gli investimenti, ma rimuovere gli ostacoli fiscali e penali. Vogliono trattenere gli investimenti?».
Faccia la sua proposta.
«Aboliscano le sanzioni che superano il principio della responsabilità limitata a danno di manager e imprenditori. È una barbarie che fa scappare tanta gente fuori confine».