Tremonti: "Un tributo tecnicamente suicida"
Il Polo non innalzerà le barricate sull'Irap.
ROMA — Il Polo non innalzerà le barricate sull'Irap. Ed è ben lontano dal idea di ritrarsi sull'Aventino disertando i lavori parlamentari nella commissione dei Trenta: l'organismo di vigilanza sulla riforma fiscale sta, infatti, dibattendo in questi giorni la relazione del presidente, Salvatore Biasco, a conclusione dell'indagine sulla prima fase di applicazione della nuova imposta regionale. Ma questo non vuol dire che rinuncerà a far sentire la propria voce. Al punto che lo stratega fiscale del Polo, Giulio Tremonti, ha annunciato che è pronto a presentare una controrelazione i cui contenuti anticipa al Sole-24 Ore.
Professor Tremonti, quali sono i punti che trova meno con-vincenti in questa nuova forma di imposizione, anche alla luce di questo primo anno di applicazione?
Proprio dopo aver verificato il mancato gettito, indipendentemente dalle polemiche sull'entità, credo esista già una ragione sufficiente per far venire meno il presupposto di costituzionalità. Mi spiego: il tributo è stato introdotto, dopo averne giustificato la costituzionalità con la parità di gettito. Ora l'ammanco, al di la delle paradossali e grottesche affermazioni di chi al ministero lo chi-ma sgravio, testimonia che la parità non é stata raggiunta e che, di conseguenza, la costituzionalità è almeno dubbia. In più non c'è stata la parità di condizioni tra i contribuenti: i risparmi non sono stati distribuiti equamente. Tutto questo testimonia che il tributo è tecnicamente suicida.
Il Polo, però, è stato anche molto critico sul fronte parlamentare, attaccando la relazione dei presidente Biasco come troppo vicina alle posizioni del Governo e poco scientifica.
È vero. La commissione ha in questo caso peccato di subalternità nei confronti del ministero. Il Parlamento non deve preoccuparsi di essere ascoltato o meno dal Governo. Una visione dei rapporti tra Esecutivo e Camere basata sulla benevolenza del primo verso le seconde è propria forse dei circuiti culturali minori, non certo di chi ricopre incarichi istituzionali. Ma non voglio alimentare la polemica. Per quanto riguarda l'indagine credo che ad affossarla, oltre all'insignificanza della base statistica e all'erraticità nell'utilizzo dei materiali, basti il fatto che non ha potuto disporre dei dati ufficiali sul gettito. In assenza di questi, ogni analisi e valutazione dei fatti in prospettiva storica risulta minata alla radice. Visto poi, che le criticità emergono su più fronti, dal Cnel alle Regioni, passando per la dottrina, forse il Parlamento avrebbe potuto affrontare l'argomento con più serenità.
Le contestazioni che presenterete la prossima settimana in Parlamento terranno conto anche degli aspetti strettamente fiscali?
Guardi, l'imposta ci è stata presentata come semplice, federale e razionale. Ora, non è certo semplice. Basta chiedere alle imprese costrette a tenere un bilancio solo per i fini Irap. Credo poi che genererà un contenzioso senza fine. Se poi il federalismo è, come credo, collegamento politico sul budget tra le tasse e le spese, tra sacrificio e beneficio, allora l'Irap va in direzione contraria: la pagano le imprese e finanzia la sanità.
Si può almeno sostenere che l'Irap- abbia contributo ad alleggerire il peso fiscale sul fattore lavoro?
Non direi proprio, se facciamo un confronto tra prima e dopo, ci accorgiamo che molti contributi soppressi erano deducibili e che l'Irap non ha certo prodotto la detassazione del lavoro. Se poi ci chiediamo se la leva fiscale, in questo' caso, ha reso più conveniente l'assunzione di un operaio o l'investimento in una macchina, la risposta è che I 'Irap ha reso enormemente più conveniente l'investimento in automazione. Non credo, poi, che il Fisco abbia il compito di dirigere le strutture industriali. Mentre l'Irap, penalizzando chi ha debito e forte manodopera, colpisce una struttura d'impresa tradizionale e caratteristica, soprattutto del nostro Meridione. Non è certo un'imposta neutrale e sfavorisce tutto il mondo di quelli che non pagavano l'llor, professionisti e piccole aziende. È miope da parte del mondo industriale non accorgersi che il vantaggio immediato si ritorcerà in una difficoltà poi a piazzare le proprie merci, siano esse polizze assicurative o furgoni.