«Il boom è un'invenzione. Il governo ormai trucca i conti dell'inflazione»
La perdita di competitività è la prova che la situazione è davvero grave
Gli aumenti incontrollati delle bollette sono la versione moderna della tassa sul macinato. Parola di Giulio Tremonti, economista di Forza Italia, ex ministro delle Finanze nel governo del Polo. Che, in quest'intervista a "Il Mattino", spiega perché.
Il governo sostiene che l'inflazione è sotto controllo. Ma, intanto, le tariffe aumentano in modo esponenziale. Come si conciliano i due aspetti?
«L'impressione è quella di una frode statistica. L'inflazione reale è diversa da quella "legale". Il fatto più rilevante intervenuto in questi anni è lo spostamento della spesa dai beni ai servizi. Certamente conta ancora la mozzarella, ma, soprattutto, contano le bollette».
Lei, quindi, ritiene che oggi per monitorare il carovita non si debba più guardare soltanto ai prezzi nei mercati alimentari
«La spesa al mercato che ciascuno deve fare è importante, ma gli effetti possono non essere così drammatici. Se uno ha l'automobile, e, quindi, una certa mobilità, ha l'opportunità di pagare meno, nel senso che le offerte dei supermercati possono essere competitive. Lo stesso vale per chi vive in piccoli centri. Certo, chi non può inseguire il mercato, anche sulla spesa subisce incrementi significativi dei prezzi».
Per le bollette, invece, non c'è alcuna difesa.
«E' evidente che sulla vita incidono fortemente le bollette, che rappresentano il moderno sostituto del pane. E, badi bene, acqua, gas, luce, riscaldamento, telefono, non sono lussi ma servizi primari. Su queste voci assistiamo a una serie continua di aumenti, molto superiori all'inflazione "legale", che varia tra l'1,7% e l'1,8%. Che è ben più alta della media europea, ma molto meno della realtà».
Da che dipende ciò, onorevole Tremonti?
«Da come è fatto il paniere. Le faccio un esempio: se nel paniere inserisco il mouse di un computer o l'accesso a Internet, che oggi viene dato quasi gratis, incide pochissimo. Ma nel paniere, per monitorare realmente l'andamento del costo della vita di tutti i giorni, dovrebbero pesare soprattutto le bollette».
Oltre alle bollette, ci sono alcune altre voci tariffarie e paratariffarie che incidono pesantemente sulla tasca degli italiani....
«Certo, la benzina, le assicurazioni, i mutui, il denaro, i treni. La struttura del costo della vita, passando dalla borsa della spesa alle bollette, dimostra che tutto sta salendo. E in parallelo aumentano anche le tasse».
Ma come, onorevole, il governo dice che la pressione fiscale cala e lei lo contraddice così clamorosamente?
«Le imposte salgono due volte: se cresce il costo del petrolio, aumenta automaticamente l'imposta di fabbricazione e l'Iva. Quindi, tutta la struttura di costo. Chi ci guadagnano? I petrolieri e lo Stato. Chi ci perde? Le famiglie».
Quindi, dietro il boom delle entrate c'è anche questo fenomeno?
«Indubbiamente. E' anche un boom da inflazione. Una prova del nove che il problema del carovita è più grave di quanto dica il governo sta nella perdita di competitività dell'Italia. Quando si sostiene che in questi otto anni il nostro paese l'ha persa drammaticamente, è vero, ma ciò deriva anche dal fatto che abbiamo più inflazione degli altri. E il carovita, come causa di spiazzamento di un'economia, è uno dei fattori principali».
Che conseguenze trarne, allora, sul piano politico?
«L'inflazione in sé è un'imposta odiosa, perché erode il potere d'acquisto delle famiglie. Ma l'inflazione occultata, proprio perché negata, è ancora più odiosa. E delegittima lo Stato, perché non si può pensare che la gente non sia intelligente quando fa la spesa, così come quando va a pagare le bollette».
La sinistra, quindi, allontana da sé il consenso della gente, perché si allontana dal paese reale?
«Non c'è dubbio. Quando si legge che l'Enel ha dato un dividendo straordinario al Tesoro di 4.000 miliardi, vuol dire che ha sbagliato le tariffe, camuffando nuove imposte sotto questa voce. Ciò è suicida per la sinistra. Quando si dice alla gente che scendono le tariffe sociali, è una presa in giro che presuppone una famiglia la quale accende la luce per poche ore e lava i piatti solo raramente».
E, intanto, i cittadini, mentre debbono far fronte a inarrestabili aumenti, assistono a una calo fortissimo dei rendimenti dei Bot.
«I Bot erano l'altro Welfare. Oggi c'è un crollo dei consumi proprio per questa caduta delle rendite dei titoli di Stato. La verità è che questa è la caricatura del mercato, senza goderne i vantaggi».