Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Giornale

«I controlli lunari manderanno in tilt il Fisco»

Nel ’93 Giulio Tremonti diede il via alla battaglia sul 740 «lunare» in un articolo di fondo del Corriere della Sera. All’economista e ministro delle Finanze durante il governo Berlusconi, chiediamo, oggi, un giudizio sull’alluvione di cartelle fiscali, che di quella famigerata dichiarazione dei redditi sono la prevedibile conseguenza.

Nel ’93 Giulio Tremonti diede il via alla battaglia sul 740 «lunare» in un articolo di fondo del Corriere della Sera. All’economista e ministro delle Finanze durante il governo Berlusconi, chiediamo, oggi, un giudizio sull’alluvione di cartelle fiscali, che di quella famigerata dichiarazione dei redditi sono la prevedibile conseguenza.
Professor Tremonti, un sistema fiscale che emette 15milioni di accertamenti condanna se stesso, prima che i contribuenti. È d’accordo?
«Quando la trasgressione o l’errore formale si sviluppano su scala di massa, allora si pone il quesito: sbaglia il cittadino o il legislatore? In realtà, l’anomalia che si sviluppa a questo livello cessa di essere anomalia dei singoli e diventa la spia della crisi della macchina fiscale. Inoltre, se la vita si complica, il sistema legale deve andare in controtendenza».
Che cosa significa?
«Che non può aggiungere alle complessità reali anche quelle artificiali. Il caos attuale non è una fatalità, deriva da scelte legislative e gestionali».
Quali?
«L’attuale maggioranza era indirittamente al governo nel ’92, direttamente nel ’93 (stiamo parlando di Amato e di Ciampi) e lo è a pieno titolo dal ’95. Quattro anni sono sufficienti per prendersi le proprie responsabilità. Se anche non hanno la colpa delle cause del caos, hanno sicuramente quella della sua mancata gestione. Ministri seri avrebbero dovuto intervenire con provvedimenti che escludessero alla radice la massa delle contestazioni degli errori formali».
In che modo?
«Mettendo i piedi per terra ed evitando, se non i modelli lunari, almeno i controlli lunari».
Cioè, modificando le regole?
«Certo, questo richiedeva un intervento legislativo, ma era la ragion di Stato che imponeva una soluzione umana. Così, invece, stiamo paradosso che lo Stato impone una cosa impossibile e poi sanziona i cittadini che hanno fatto quello che umanamente era possibile. Questi cosidetti controlli sono in realtà vessazioni».
Anche i commercialisti si lamentano: dicono che è troppo facile fare errori.
«La legislazione fiscale è ormai alluvionale. Cambia continuamente, e non si tratta di cambiamenti formali, ma sostanziali».
Eppure si parla tanto di semplificazione e di riforma del ministero delle Finanze.
«Senta, il modello 740 del ’92 era sicuramente lunare, ma non è che quello dell’anno successivo fosse solare. Era solo quattro facciate, d’accordo, ma solamente perché l’hanno stampato in carattere più piccolo».
Prevede anche una gran mole di ricorsi per queste cartelle lunari?
«Tanti da mandare in crisi la macchina fiscale. Ma prima ancora è la credibilità fiscale a essere andata in crisi. E questo non evita l’evasione, semmai le offre giustificazioni. Pensi alla proroga dei termini per l’accertamento, presentata come necessaria per evitare le conseguenze: in realtà, è stata sfruttata per fare più controlli».