"Con il carovita lo Stato ci guadagna tre volte"
«Lo Stato, dall'inflazione, guadagna tre volte: come debitore, come tassatore, come monopolista».
«Lo Stato, dall'inflazione, guadagna tre volte: come debitore, come tassatore, come monopolista». Giulio Tremonti mette sotto accusa il governo, che bara sui numeri, colpisce i cittadini più deboli, e per di più ci guadagna. Addirittura tre volte?
«Constato che le cifre del governo non tornano neppure al governo: non avevano idea che l'inflazione potesse arrivare fino al 2%. Così confermiamo d'avere i peggiori numeri d'Europa: il doppio dell'inflazione, la metà dello sviluppo, il record della disoccupazione. Non solo. E evidente che i numeri ufficiali dell'inflazione non rappresentano la realtà, che è molto peggiore. In una società evoluta l'inflazione non si calcola tanto sui beni quanto sui servizi: le bollette, i biglietti del treno, le assicurazioni, la benzina, i pedaggi delle autostrade. Nel settore dei servizi, in Italia siamo in un regime di para monopolio che impone inflazione. Con un drastico impoverimento della popolazione in pensione o a reddito fisso. Questa inflazione sommersa è un'imposta sulla povertà».
E lo Stato ci guadagna?
«Tre volte. Come debitore, perché i tassi dei Bot sono inferiori all'inflazione, dunque il rendimento reale è zero. Come tassatore, perché crescono le entrate dell'Eva sulle bollette e dell'imposta di fabbricazione sulla benzina. Di fatto, lo Stato è socio dei petrolieri. Ci guadagna infine come monopolista che cede pezzi di monopolio sul mercato: nel successo della privatizzazione Enel è contenuta l'aspettativa di forti ricavi futuri da alte bollette. Quando l'Tatò dice siamo seduti su una montagna d'oro, dovrebbe esser chiaro che quella montagna d'oro siamo noi cittadini».
E’ possibile detassare l'inflazione?
«Prima bisognerebbe capire i veri termini dell'aumento dei prezzi. Poi il governo dovrebbe realizzare che un'inflazione molto superiore alla media europea spiazza l'economia italiana, e fare qualcosa (mentre, per ora, non fa nulla). Quanto alla detassazione, mi limito a ricordare che, a fronte di maggiori entrate per 30mila miliardi, si taglieranno 10mila miliardi, anzi 5mila al netto delle entrate del Lotto. La restituzione non è storica, come dice il governo: ma da prefisso telefonico, lo 0,3 del Pil».