"Camuffano i conti pubblici per nascondere il fallimento"
Intervista con l'economista "azzurro", Giulio Tremonti
ROMA. «Che tristezza, a Sinistra sono passati dalla doppiezza politica di Togliatti alla partita doppia di D'Ale ma». L’ex-ministro delle Finanze del governo Berlusconi, Giulio Tremonti propone un ironico accostamento tra "il Migliore" e l'attuale premier. Un modo brillante per denunciare i "trucchi" contabili ai quali ricorre Centrosinistra per camuffare i dati sconfortanti dell'inflazione. Le cifre parlano chiaro, i prezzi secondo l'Istat s'impennano raggiungendo quota 2%.
I dati sull'andamento dei prezzi - chiediamo a Tremonti - mostrano un trend in preoccupante crescita. Eppure non si avverte alcuna correzione di rotta da parte del governo...
Intanto va precisato che esistono due inflazioni: una, per così dire 'ufficiale", l'altra che definiamo "reale". Chiarito questo, possiamo subito affermare che mentre quella ufficiale è in salita, quella reale è già salita da tempo e su scala molto maggiore.
Questo significa che la situazione è ancora più preoccupante di quello che sembra?
Certamente. Le bollette più "salate' dimostrano che siamo di fronte a una dinamica molto superiore. I costi che incidono sulla quotidianità della gente hanno subito una vera E propria impennata. E così mentre su certi beni l'inflazione sembra sotto controllo, su altri, che sono poi quelli fondamentali per la vita dei citta dini, l'incidenza è molto pesante. I calcoli infatti dipendono tutti dalla composizione del "paniere". Se utilizzo come campione il prezzo de mouse del computer probabilmentescoprirò che è calato, ma se inserisco nel paniere la benzina...
Esiste quindi un'inflazione che c'è ma non si vede?
Sì. Esiste un'inflazione occultata. Per alcune voci, i servizi ad esempio, la dinamica dei prezzi è molto più evidente. Anche perché al costo più salato del biglietto o della bolletta non corrisponde una qualità del servizio migliore per il cittadino. E sulle bollette lo Stato ci guadagna con un cascata di imposte. Basta leggere quella del gas per notare che l'importo dovuto è costituito dall'imposta di consumo, dall'addizionale a cui si aggiunge il 20% di Iva, per un totale di tre imposte a cascata, perché si moltiplicano. In sostanza ci guadagnano insieme i petrolieri e lo Stato in maniera esponenziale. C’è una triplice odiosità in tutto questo: primo perché l'inflazione rappresenta un fattore d'impoverimento e non di sviluppo; secondo perché secondo una famosa definizione essa «é una tassa non votata»; terzo per il motivo cui accennavo in precedenza, cioè si tratta di un'inflazione occultata.
Tariffe più salate e boom di entrate fiscali. Si riempiono le casse dello Stato e si alleggeriscono le tasche degli italiani?
Già. Il fisco si è ingrassato, come ammette lo stesso ministro Visco, perché ci sono anche le imposte sulle imposte. Tasse che a loro volta agiscono sull'inflazione. Basta leggere le cifre per smascherare i "trucchi" contabili del governo. Le entrate nel corso del 1999 sono salite del 7%. Facendo una proiezione si arriverà in poco tempo al 10%. L’aumento del Pil, invece, è poco più dell'1%. Questo esclude le promesse dell'esecutivo che nega un appesantimento della pressione fiscale sul prodotto interno lordo propagandano addirittura una riduzione. In realtà aumenta il denaro che esce dalle tasche di cittadini per entrare nelle tasse dello Stato.
Sì, ma cl sono i rimborsi promessi da Visco...
I rimborsi non risolvono il problema. Non capisco perché non si possa agire a monte con un fisco più equo. Perché il governo prima «induce al peccato» e poi «confessa i peccatori»? Senza considerare il fatto che quanto restituito equivale a meno di un terzo di ciò che è stato versato dal cittadino. Una politica miope. Però paradigmatica del percorso involutivo della Sinistra che è passata nel corso dei decenni dalla doppiezza politica di Palmiro Togliatti alle partite doppie con le quali Massimo D'Alema tenta maldestramente di far quadrare i suoi conti.
Eppure Palazzo Chigi continua a parlare di ripresa economica. Sulla base di quali dati si può essere ottimisti sul futuro economico del Paese?
Nessun ottimismo. Si stanno confermando i dati secondo i quali l'Italia è il Paese che ha il più basso tasso d sviluppo e il più alto tasso di inflazione. Conseguentemente il più alto tasso di disoccupazione. E' fallimentare il bilancio di questi anni di governo di una Sinistra che si proponeva il risanamento dei conti pubblici. Prima del '92 il debito pubblico è passato da un milione e mezzo di miliardi a due milioni e mezzo. Gli anni di presunto risanamento abbiamo avuto un boom di un milione d miliardi di debito. Cifra che sarebbe stata ancora più elevata se non ci fossero stati tasse alte, tassi bassi e privatizzazioni. Adesso i tre fattori d manovra sono in crisi. Le tasse noi possono crescere, i tassi stanno risalendo e le privatizzazioni sono esaurimento. E dopo cosa accadrà?