Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

Benefici zero, che senso ha?

Tremonti: scelte miopi che pagheremo

Miopi, un po’ pavidi, “ormai si raschia il fondo del barile”. Così Giulio Tremonti, ministro delle Finanze quando a Palazzo Chigi sedeva Silvio Berlusconi, oggi docente di Diritto tributario e deputato, parla del governo D’Alema e dei suoi ultimi provvedimenti.
La tassazione dei fondi pensione scende dal 12,5 all’11 per cento e tutti ne sembrano soddisfatti. Lei?
“Intanto, sono un po’ stupito perché mi sembrava di avere capito che questa diminuzione dovesse essere molto più marcata. Il fatto è che in materia fiscale vigono due criteri-principe: numero uno, la sistematicità, e qui la percentuale del 12,5 aveva, quantomeno, il pregio di essere uniforme rispetto ad altre attività finanziarie; l’altro criterio è l’efficacia. Per farla breve, questo data dell’11 ha il maleficio di essere atipico, senza nemmeno il beneficio di essere efficace. Non  soltanto si esce dalla regola, ma lo si fa per un punto e mezzo. Proprio poca cosa, direi. Alla fine, su un milione, significa uno sgravio di 15mila lire”
Però, Innocenzo Cipolletta ha detto chiaramente di ritenersi soddisfatto. Come mai, a suo parere?
“Francamente, non me lo spiego. Tra l’altro, a parte questa novità fiscale, sui fondi chiusi, di categoria, ci sarebbe da discutere. Già l’espressione “fondi collettiviti” la dice lunga sull’implicita scelta politica che vi è dietro.
Cioè? Quale “implicita scelta politica”’
“Dal mondo del lavoro dipendente sale una domanda di previdenza integrativa dovuta soprattutto alla crisi del sistema pubblico Inps. Alla base c’è, quindi, una profonda sfiducia, per cui viene da dire: aggiungiamo al pubblico il privato, dove c’è il mercato. Nella realtà, i fondi collettivi italiani restano dominati dalla logica pubblica: sono coattivi i meccanismi di adesione, perché c’è il fondo di categoria e non si può scegliere altro; e sono coattivi i meccanismi di alimentazione, perché del trattamento di fine rapporto il lavoratore non potrà fare quello che vuole ma, se proprio avrà una chance, sarà di investirlo nel fondo collettivo. E’ un sistema a circuito chiuso, una variante del pubblico. Già si sente che per il pubblico impiego ci sarà un fondo unico. Bè, questa è la sublimazione della logica collettivistica. E, a questo punto, non c’è neppure la contropartita di un reale beneficio fiscale”
Si sostiene però che, alla fine, tutto questo servirà ad alleggerire l’Inps. E per esempio i sindacati …
“I sindacati? Loro vanno a ricevere in dote una quota enorme di potere capitalistico. I fondi collettivi, teoricamente neutrali, saranno influenzati fondamentalmente dai sindacati, sui quali alla fine, si riverserà un colossale trasferimento di potere nelle scelte di portafoglio. Altro che neutralità”
E i fondi previdenziali aperti?
“Ecco, questo è l’altro blocco sociale: gli autonomi, cioè cinque milioni di partite IVA. Qui il Welfare state si base tra l’altro sul risparmio, la domanda di previdenza è effettiva. La caduta dei tassi di interesse pone il problema di un nuovo strumento finanziario. Sui fondi aperti, quindi, il bisogno è reale. Ma la risposta non c’è.  Così siamo di fronte al seguente paradosso: fondi pensione là dove non sono prioritari, per di più concepiti in un modo che li nega, e il nulla là dove dovrebbero esserci, cioè davanti a questi cinque milioni di partite Iva, di lavoratori autonomi”.
Non salva proprio niente?
“Non è che io veda tutto negativo. Solo, credo si debba  guardare un po’ più in là, rispetto al’opportunità contingente. Un limite della politica italiana è quello della miopia. Ci si dovrebbe chiedere: qual è, almeno nel medio termine, l’obiettivo dei fondi collettivi? Fra l’altro, vorrei ricordare che questi fondi finora hanno investito quasi esclusivamente in Bot. Non molto moderno,  mi sembra”
Lei, tornando al decreto del governo, che cosa avrebbe fatto?
“Io avrei concesso più sgravi fiscali e maggiore libertà di scelta, trattando il fondo collettivo come un’opzione, non come una strada obbligata. Ma cosa devo dire? Restituiranno la tassa sul medico di famiglia: fantastico”